Prodotti Tradizionali della Campania
scazzatiello, cavatieddu
Il comune di Castel San Lorenzo, in provincia di Salerno, è la patria dello “scazzatiello”, detto anche “cavatieddu”, un tipo di pasta fatta a mano che ricorda, nella forma, una piccola valva di conchiglia, ma con una concavità centrale molto pronunciata. Gli scazzatielli derivano, probabilmente, dai dagli antichi “cavatielli” a loro volta derivanti dagli gnocchi medievali; tradizionalmente la ricetta voleva come ingredienti dell’impasto farina di grano duro, acqua, olio e sale, oggi, invece, si mischiano la farina di grano duro con quella di grano tenero e con uova fresche, olio extravergine di oliva, sale fino ed acqua. Ancora oggi si segue il procedimento tradizionale: la farina viene ammucchiata sulla spianatoia e vi si apre una cavità centrale, a mo’ di vulcano, nella quale si aggiungono uova, olio ed un pizzico di sale. L’impasto viene poi lavorato a mano aggiungendo, di volta in volta, l’acqua necessaria. La pasta si lavora fino ad ottenere un composto sodo e liscio, che deve essere lasciato a riposo per circa un’ora, fino ad ottenere un panetto elastico e compatto, che viene tagliato in sezioni successivamente lavorate fino a diventare dei cilindri di pasta, del diametro di circa un centimetro, che vengono tagliati in tocchetti quadrangolari. A questo punto i tocchetti vengono separati con l’ausilio di un po’ di farina e poi lavorati con tutte e due le mani, a coppie, schiacciando con i pollici e roteandoli nei due sensi: si ottengono, così, gli “scazzatielli”. L’ultima operazione richiede una certa abilità ed è, probabilmente, quella che dà il nome a questo tipo di pasta: l’atto dello “schiacciare” cioè “scazzare”. Dopo essere stati lasciati essiccare per un tempo variabile dipendente dalla stagione e dal conseguente grado di umidità, per poi essere cucinati con il tradizionale ragù di castrato. Oggi gli scazzatielli si possono gustare nel corso della tradizionale sagra che si tiene ad agosto a Castel San Lorenzo, al termine della quale avviene il rituale dell’”abbinamento” che vede i presenti sorseggiare contemporaneamente due bottiglie di vino rosso e una di bianco, macchiandosi per dimostrare di aver bevuto.
Castel
San Lorenzo, near Salerno, is hometown of “scazzatiello”,
also known as “cavatieddu”, a kind of handmade pasta that
probably derive from the older cavatielli that come from gnocchi made
in medieval times. Traditionally the dough was made of hard grain flour,
water, oil and salt. Today instead hard grain and soft grain flour are
mixed with fresh eggs, oil, fine salt and water. Production is still
traditional: flour is massed on the table and a hole is made in the middle,
like a volcano, into which eggs, oil and a pinch of salt are added. The
dough is kneaded by hand and water is added gradually as required until
it’s compact and smooth and left to rest for an hour. The dough
is cut into smaller pieces that’ll become pasta cylinders, 1 cm
wide, that will be cut into smaller square pieces that are separated
and made into “scazzatielli” by dividing them in pairs with
the thumbs from both hands and rotating in both directions. The last
operation called “scazzare”, to squash, requires a certain
ability. After this, the scazzatielli are left to dry for an amount of
time which depends on the season. They’re cooked with ragù of
castrated meat sauce. Today scazzatielli can be tasted at Castel San
Lorenzo during the popular celebration in August, during which the “coupling” ritual
is performed. The participants drink two bottles of wine, a red and a
white one and get their clothes stained to demonstrate that they have
drunk.